Il buono che avanza, ovvero il riutilizzo come nuova frontiera del welfare
«L’uno percento della popolazione mondiale possiede metà della ricchezza globale; del restante 99% una minoranza (il 20%) controlla la maggior parte delle risorse, lasciandone alla maggioranza una piccola parte, il 5,5%» (dati Oxfam). Con questi allarmanti dati Domenico Rossi, Consigliere regionale e referente del circolo di Novara della Fondazione Benvenuti in Italia, ha introdotto la Scuola di Politica di mercoledì, che ha ospitato l’esperienza del programma Siticibo promosso dalla Fondazione Banco Alimentare, invitando i presenti ad ascoltare l’esperienza particolare del progetto con lo sguardo rivolto al “generale”, al rapporto tra società dei consumi, spreco e povertà.
Il programma consiste nella raccolta di alimenti non consumati e destinati alla discarica, distribuiti agli enti caritativi che si occupano del sostegno alle fasce più deboli della popolazione. Come ha spiegato Davide Cerina, responsabile del Banco Alimentare, il lavoro della fondazione ha molteplici ricadute positive: fornisce un sostegno sociale ai bisognosi; garantisce un vantaggio economico per tutti, anche per chi offre gli alimenti risparmiando sui costi di smaltimento; tutela l’ambiente e svolge una funzione educativa nei confronti di chi è coinvolto nella raccolta, spesso bambini.
Al dibattito è intervenuta anche l’Assessore all’Istruzione Margherita Patti, che ha sottolineato l’impegno del Comune per il programma, a cui aderiscono più di dieci scuole novaresi, e ha posto l’attenzione sulle contraddizioni e le sfide dell’alimentazione a scuola, in un momento storico in cui sempre più famiglie faticano a pagare la mensa per i figli e il Comune ha sempre meno risorse economiche per supplire a questa mancanza. «È un tema molto complesso – ha terminato – vi invito a organizzare una Scuola di Politica concentrata su welfare e scuola».
Evidentemente anche questo è un cosiddetto “tema generatore”, come molti altri affrontati all’interno della cornice della Scuola di Politica. Il cibo sprecato e chi non ne ha, le case sfitte a Novara e il Villaggio Emmaus, gli spazi vuoti e la necessità di luoghi d’impresa e d’aggregazione: queste contraddizioni impongono all’amministrazione e al mondo del sociale di lavorare insieme per costruire un nuovo welfare più efficiente e sostenibile.