Le nuove difficili sfide del welfare

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Il mondo sta cambiando, più velocemente di quanto abbia mai fatto. Basti pensare che la popolazione mondiale, cresciuta lentamente fino a raggiungere il miliardo nel 1800, ha visto un’impennata vertiginosa che ha raggiunto i 7 miliardi nel 2011 e arriverà ai 10 nel 2050. È evidente che lo stato sociale sia nato in Europa (e dell’Europa costituisce il DNA, rappresentando il 58% del welfare mondiale a fronte dell’8% della popolazione) in condizioni completamente diverse a quelle attuali e che non sia più sostenibile. Occorre innovare il sistema, per garantire l’universalità dei servizi e la compatibilità con i nuovi bisogni delle persone. Per evitare che a prevalere sia, citando il sociologo Aldo Bonomi, la comunità del rancore, che di fronte allo sgretolamento dello stato sociale indirizza le proprie pulsioni contro i poveri, gli immigrati e gli esclusi.

Per Marco Riva, ricercatore e innovatore sociale, la risposta si può trovare grazie alla logica della sussidiarietà, mettendo intorno a un tavolo erogatori e beneficiari dei servizi per riprogettarli insieme e unendo le forze di pubblico e privato per realizzarli; non si tratta di una mera delega del pubblico al privato, ma dell’unione delle forze di due mondi che da soli hanno poche possibilità.

Un concetto ripreso da Giuseppe Genoni, Presidente dell’ATC del Nord Piemonte (NO, VCO, VC, BI), che vede nel dialogo uno degli strumenti utili a contrastare il problema della morosità colpevole. Delle circa 2300 abitazioni novaresi di proprietà dell’Agenzia della Casa, 1000 assegnatari sono morosi colpevoli, almeno secondo la legge regionale che regola la materia: la norma stabilisce parametri rigidi che non valutano la concreta situazione degli inquilini, che ben potrebbero essere “colpevoli” solo formalmente. D’altra parte il servizio è talvolta svalutato e la correlata spesa è per alcune famiglie di scarsa priorità rispetto a quelle per beni non essenziali. Un incontro tra le parti sarebbe quindi l’ideale per affrontare problemi irrisolvibili tramite carte e provvedimenti.

Di incontro, o meglio di accoglienza ha parlato anche Daniela Sironi, Presidente della Comunità di Sant’Egidio a Novara, che ha raccontato l’esperienza dei corridoi umanitari avviati quest’anno. Un modo di accogliere che, rispondendo alle stragi in mare grazie al coraggioso contributo di associazioni e privati cittadini, unisce sicurezza e solidarietà. e che potrebbe essere replicato in tutta Europa.

Queste e molte altre sono le nuove difficili sfide del welfare, che richiedono innanzitutto conoscenza e competenza. In questo sta il senso della Scuola di Politica, momento sicuramente non esaustivo ma di stimolo per approfondire tematiche complesse come questa.